Domenica 24 novembre 2019 - Oratorio San Filippo Prato

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Domenica 24 novembre 2019

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 COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 1 DICEMBRE 2019
PRIMA DI AVVENTO

Dal Vangelo  secondo Matteo (Mt 24, 37-44)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

 
All’inizio del nuovo anno liturgico, così come alla fine, la liturgia ci propone “ab antiquo” le parole pronunciate da Gesù sulla fine del mondo; si tratta dei discorsi apocalittici del Vangelo. Poiché l’Avvento vuole essere non solo commemorazione della prima venuta di Cristo ma anche, nella sua parte iniziale, commemorazione della seconda venuta del Signore Gesù come giudice dell’umanità, ecco che il Vangelo della prima Domenica di Avvento ci riporta sempre le parole apocalittiche del Signore. D’altro canto alla fine dell’anno liturgico la presenza di queste sezioni evangeliche si giustifica per il fatto che, rappresentando l’anno liturgico lo svolgersi dell’opera della salvezza nella storia umana, la fine di esso vuole rappresentare la conclusione delle vicende terrene nella dissoluzione del mondo e nel giudizio universale. Nella pagina di questa Domenica, così come in quella di Domenica 17 Novembre, penultima del Tempo Per Annum, ci viene riportato un brano di una sezione più ampia. In esso, tra le altre cose, Gesù contrappone la società spensierata e superficiale di questo mondo al cristiano vigile, che attende il ritorno del suo Signore. Nel Vangelo di San Luca troviamo un riferimento analogo : “State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo” (Lc 21, 34-36). Da un lato dunque il mondo, la società degli uomini fondata non sulla Legge Santa di Dio ma sul capriccio dell’essere umano; una mondo votato alla superficialità, che vivacchia tutto preso dalle cose terrene, che si arrabatta tra mille occupazioni più o meno legittime ma comunque passeggere; un mondo, una società umana “addormentata” e ripiegata sulle proprie acquisizioni. Dall’altro lato invece i cristiani, svegli, vivi, attenti; persone che sanno cogliere in profondità il senso degli avvenimenti per scoprire in essi il germe delle cose eterne; fiaccole di luce vivida che brillano nelle tenebre della superficialità e della banalità di questo mondo. Vigilate! è l’invito che Gesù rivolge spesso ai suoi, non solo in questa pagina del Vangelo ma in molte altre. Vigilate! Sì, certo, nel senso che il cristiano attende il grande giorno della rivelazione definitiva del suo Signore, quando Egli darà il premio eterno ai giusti e l’eterna dannazione ai malvagi. Ancora nel senso dell’attesa di quell’incontro con Gesù che avverrà al termine della nostra vita terrena e che ci deve trovare preparati. Ma anche nel senso di vivere già questa vita terrena attenti a quei segni dell’eternità che Dio ha nascosto nelle cose buone di questa terra. Vigilanti nel senso di procedere nel cammino di questa vita terrena tutti protesi verso l’incontro definitivo con Gesù, senza lasciare che gli affanni di questo mondo ci prendano il cuore, senza permettere che la coscienza si addormenti nell’assuefazione al pensiero dominante, senza perdere il senso della lotta cristiana per non perdere l’amore di Dio, l’amore per Dio. Cristiani vivi e svegli, vigilanti e attenti in mezzo alla nostra frenetica società di “addormentati”; cristiani dallo sguardo profondo in mezzo ad una società di superficiali. Vigilate! L’invito di Gesù deve essere il nostro programma di vita, il “progetto” su cui si sviluppa la nostra esistenza, a dispetto di un mondo che ci vorrebbe fagocitare nelle sue fauci suadenti e mortali, a dispetto di una società che ci vorrebbe addormentati come tutti gli altri nella banalità e nella vuotezza di una vita senza Dio.

Padre Stefano

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