Domenica 24 novembre 2019 - Oratorio San Filippo Prato

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Domenica 24 novembre 2019

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  COMMENTO AL VANGELO DI
DOMENICA 15 DICEMBRE 2019

Dal Vangelo decondo Matteo (Mt 11,2-11)


In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

 
“Che cosa siete andati a vedere nel deserto?” Lascio da parte altre problematiche presenti in questa impegnativa pagina del Vangelo e mi soffermo su questa domanda che Gesù rivolge alle folle. Cosa siete andati a vedere? Queste parole ci fanno pensare a tutta la gente che, dopo aver seguito Giovanni, seguiva il Cristo. E’ facile trovare nel Vangelo annotazioni degli evangelisti che ci parlano delle masse che si spostavano nella zona del lago di Genezareth sospinte dal desiderio spasmodico di vedere Gesù, di riuscire a “portarsi via” qualche suo miracolo che risolvesse o almeno rendesse più leggeri i tanti problemi della vita… Ma questa gente, quanto veramente comprendeva chi era Gesù? quanto davvero capiva chi era Lui, qual era il senso della sua missione? Forse cercavano solo un miracolo, forse semplicemente volevano vedere il personaggio famoso che era sulla bocca di tutti; forse – e certamente è il caso di farisei, scribi e sacerdoti – volevano controllare quello che diceva e quello che faceva, per verificare se era in regola o meno con la Legge di Mosè. Così come ora corrono a sentir parlare Giovanni – che sia lui il Messia? era l’ipotesi che serpeggiava tra la folla – correranno poi dietro a Gesù. Ma di Lui, del Cristo, cosa capisce questa gente? La domanda tante volte sorge spontanea riferita ai cristiani che – pur se in numero sempre minore – si presentano nelle nostre chiese per la Messa domenicale o in altre occasioni più o meno importanti; questa gente che viene a Messa, cosa ha capito di Cristo? …Vi siete mai posti questa domanda, guardando i volti delle persone sedute nei banchi della chiesa, attorno a voi? Io, forse per un vizio mio o per esigenze “professionali” me la pongo spesso“ : questa gente, che cosa è venuta a vedere qui, oggi? Perché queste persone sono qui alla Messa? Hanno capito davvero chi è Gesù? Lo hanno fatto davvero entrare nella loro vita? Il Cristo è davvero la ragione della loro esistenza…? Si badi bene che non intendo giudicare nessuno; la domanda – che penso sia pur legittima – rimane così, senza risposta, perché quella la può dare solo Dio, che conosce i cuori e vede nelle profondità dell’animo. Ovviamente quando mi domando “che cosa ha capito questa gente di Cristo”, la mia non è la domanda di un teologo ma di un credente, di un sacerdote; non si tratta di “essere informati” su Gesù; non è la Teologia di per sé che porta a capire chi è il Cristo. Certo, una sana e autentica Teologia dona un contributo fondamentale, e conoscere bene, anche semplicemente attraverso il Catechismo, le Verità della nostra Fede ci aiuta indubbiamente a capire e conoscere meglio Gesù e quindi, rivelandocene il volto e l’essenza, ci aiuta ad amarlo meglio. La piena conoscenza di Cristo, però, avviene sì attraverso la Teologia, attraverso una corretta e autentica Catechesi, ma poi diventa “viva” quando è approfondita tramite un percorso dello spirito che porta ad “amare” Gesù con tutto se stessi e lasciare che il proprio essere sia coinvolto totalmente in Lui: allora la conoscenza di Gesù è piena e diviene il fondamento e la ragion d’essere dell’esistenza; allora si può dire “io lo conosco” o, riecheggiando le parole della domanda di Gesù; “io so chi sono andato a vedere”. Non si tratta di essere dei cristiani “competenti” e informati, o dei cristiani impegnati in Parrocchia o in qualche attività di volontariato; quanti credenti “impegnati” ci sono che non hanno capito nulla di Gesù e che non sanno “chi vanno a vedere” la Domenica alla Messa! Si tratta di vivere Cristo, giorno dopo giorno, e attraverso la vita spirituale e i Sacramenti, far sì che Egli entri sempre più in profondità nel nostro essere e nella nostra esistenza e divenga veramente parte di noi. Questa non è una esperienza riservata ai mistici, ai santi, agli esseri privilegiati; l’unione profonda con Gesù è per ogni cristiano che voglia davvero crescere nella conoscenza e nell’amore di Lui, è per tutti coloro che non hanno paura di lasciare che Gesù “rapisca” il loro cuore e lo unisca al suo…


Padre Stefano

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