L'UNICO SALVATORE
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Domenica 14 maggio 2017
L’UNICO SALVATORE
“Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” Con queste parole – tratte dal Vangelo di questa Domenica – Gesù ci parla della esclusività della sua persona e quindi della sua missione. Con quel “nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” Gesù ci dice che Lui e solo lui è per tutta l’umanità – sottolineo “per tutta l’umanità” e non solo per i popoli di tradizione cristiana – il passaggio che conduce alla comunione vera col profondo mistero di Dio e dunque alla salvezza, perché la salvezza consiste fondamentalmente nell’unione dell’anima a Dio, un’unione che comincia da questa vita terrena e si prolunga poi nell’eternità. Questo pone allora in risalto come Gesù non possa essere considerato uno dei tanti “salvatori” o “profeti” o “maestri” o fondatori di movimenti religiosi; Lui stesso si definisce l’unica, la sola via di salvezza; l’unica, la sola via di accesso alla comunione col Padre. La questione non è affatto di poco conto, soprattutto all’interno della nostra società, pervasa dal pluralismo religioso. Siamo infatti portati anche noi cristiani a sostenere che Gesù è “uno dei tanti”, e che dunque ognuno segue il proprio dio, secondo come gli pare, secondo quello che gli sembra più rispondente ai propri desideri o alla propria cultura. Fermo restando che non si obbliga nessuno a credere e che certamente ognuno è, alla fine, libero di seguire la religione che preferisce, nondimeno, di fronte a tante religioni che solo all’apparenza si assomigliano ma che in realtà differiscono non poco su aspetti fondamentali, c’è onestamente da chiedersi dove sta la Verità, quale cioè di queste religioni è quella che realmente ci rivela il vero su Dio e ci porta veramente alla salvezza. Gesù taglia corto sulla questione e afferma: la Verità sono Io! Io – continua ancora Gesù – sono l’unica Via che potete percorrere per giungere al Padre e dunque alla salvezza eterna; Io sono la vera Vita, quella che non ha fine e che vivrete nella pienezza dell’esistenza eterna se metterete in pratica i miei Comandamenti… Che quel Gesù che ha pronunciato simili esclusive parole su se stesso sia un esaltato? Se fosse così, allora non varrebbe la pena credergli! O forse Gesù dice semplicemente la verità? L’argomento – lo capite bene – è fondamentale e richiede ben altre trattazioni che non le poche righe di un commento “on line” al Vangelo domenicale, e tuttavia sarebbe già tanto se da queste affermazioni di Gesù prendesse le mosse una seria riflessione e rivisitazione della nostra Fede, spesso basata più su facili formule che non su solide basi dottrinali, pervasa frequentemente dagli slogan in auge nella nostra società pluralista, multiculturale e multireligiosa. Riflettiamo seriamente, perché se anche noi pensiamo che Gesù sia “uno dei tanti” allora siamo fuori da quel tipo di cristianesimo che Lui ha inteso fondare e stiamo seguendo un cristianesimo tutto nostro o tutto improntato ai moduli della società; siamo fuori da quel cristianesimo che per duemila anni ha proclamato la necessità di evangelizzare e di convertire a Cristo, pena la dannazione eterna, perché convinto – a partire da Gesù stesso – che Lui solo è la possibilità di vita eterna per ogni uomo. Se siamo dell’avviso che anche Gesù sia “uno dei tanti” allora vuol dire che non stiamo camminando su quella Via che Lui dice si essere e che da Lui prende le mosse – quella via che hanno percorso generazioni e generazioni di santi e di cristiani – ma stiamo percorrendo la strada di una nuova religione che solo apparentemente si ispira a Cristo. Una strada creata da non si sa chi e che porta, alla fine, non si sa dove…
Padre Stefano
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