PASTORI LADRI E BRIGANTI - Oratorio San Filippo Prato

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PASTORI LADRI E BRIGANTI

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IV DOMENICA DI PASQUA - A Domenica 7 maggio 2017

PASTORI, LADRI E BRIGANTI…

Il Vangelo di questa quarta Domenica di Pasqua ci riserva una delle pagine – perché l’argomento torna diverse volte nel Vangelo – dove Gesù ci parla di sé come del “Buon Pastore”. Per essere precisi, in questo brano Gesù si riferisce a sé stesso usando diverse immagini che si intrecciano e si sovrappongono, ma per ovvi motivi di brevità mi limito all’immagine principale che è appunto quella del Buon Pastore. A questa immagine, Gesù ne affianca altre; quella del ladro e del brigante. A dire il vero Gesù parla di “pastore” al singolare, mentre per i ladri ei briganti usa il plurale, e non a caso: l’unico vero “pastore” è Lui, Gesù, mentre tutti gli altri che fingono di essere pastori ma non lo sono, sono ladri e briganti, e questi sono molti. Gesù usa l’immagine del pastore – un’immagine peraltro tutt’ora viva in Palestina – per indicare sé stesso come colui che guida le nostre persone, la nostra esistenza, verso la meta della vera pienezza di vita, quella pienezza di vita che solo Lui può donarci, non solo (“solo” per modo di dire, perché già “solo” questo è di per sé il massimo!) perennemente e definitivamente nel Paradiso, ma anche già qui su questa terra, permettendoci di dare senso vero e pieno già a questa esistenza terrena in vista di quella futura che nulla e nessuno potrà oscurare, e la “pastoralità” di Gesù nella nostra vita si esprime, molto semplicemente, nel vivere secondo la sua volontà, nel mettere in pratica la sua Legge, nel seguire i valori cristiani che scaturiscono dal Vangelo. Ma attenzione! Il percorso verso questi “pascoli eterni” è irto di pericoli e soprattutto del pericolo più insidioso, cioè quello di ladri e briganti camuffati da pastori, ladri e briganti che fanno credere alle pecore di essere buoni e di volere il loro bene, mentre invece non vogliono far altro che distruggerle e farle morire miseramente nel deserto. Chi sono questi “ladri e briganti” di cui ci parla Gesù? Sono tutti coloro o tutte quelle istanze – modi di pensare, atteggiamenti, pseudo-valori, ideologie, ecc. – che “guidano” la nostra esistenza, illudendoci di portarci verso chissà quale splendida meta, mentre in realtà ci portano verso il baratro del non-senso, della disperazione, dell’inferno. Quanti “ladri e briganti” travestiti da pastori si aggirano nella nostra società! L’elenco sarebbe troppo lungo e andrebbe dai falsi pastori di portata pubblica (politici, personaggi della finanza o dello spettacolo, ideologi di vario genere…) a quelli “privati” (tutte quelle istanze personali dalle quali mi lascio guidare, mettendo i miei desideri al posto di Dio) a tutte quelle mode presenti nella nostra società – di cui spesso i mass-media sono servitori e demiurghi – che promettono pascoli dorati facendoci credere che ci vogliono bene, che cercano il nostro benessere, mentre invece ci conducono, ad occhi bendati, verso il baratro. E noi, quale “pastore” seguiamo? Vi potrà sembrare una domanda retorica o oziosa ma – vi assicuro, non lo è affatto! Procedere come oche – pardon, pecore – giulive nella jungla insidiosa di questo mondo senza chiederci se veramente seguiamo il pastore vero può riservare amare, cocenti e disastrose sorprese, già in questo mondo – quando magari, per grazia di Dio, possiamo ancora rimediare almeno un poco per evitare il disastro totale – e poi nell’altro, quando ormai non potremo più fare nulla e i giochi saranno definitivamente fatti. Fermiamoci allora, di tanto in tanto, nel cammino di questa nostra vita – nella quale ci giochiamo nientepopodimeno che l’eternità! – e cerchiamo di capire quale pastore stiamo realmente seguendo, per evitare di trovarci nel deserto dell’insignificanza e poi della morte eterna invece che nel pascolo ristoratore che ci sostiene in questo pellegrinaggio terreno verso la meta eterna.

Padre Stefano

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