VANGELO SECONDO LUCA 3,1-6 - Oratorio San Filippo Prato

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VANGELO SECONDO LUCA 3,1-6

Spiritualità > Riflessioni sui Vangeli > 2018 Archivio Vangeli

DOMENICA II DI AVVENTO – Anno “C”

Dal vangelo secondo Luca - Lc 3,1-6

Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea. Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Nel leggere questo brano evangelico non può non colpire la meticolosità con cui San Luca si preoccupa di collocare storicamente e geograficamente non solo – e certamente non primariamente – la figura del Battista, quanto piuttosto tutta l’opera di Gesù, la cui narrazione seguirà questa solenne introduzione. D’altronde è proprio San Luca che inaugura il suo Vangelo rivolgendosi a Teofilo – destinatario del libro – rassicurandolo che quello che leggerà è il frutto di “ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi” (cf. Lc 1,1-4) cioè non si tratta di favole ma di fatti reali e documentati. E d’altronde se non fosse così non sarebbe il caso di buttare via il Vangelo e cambiare religione, o magari semplicemente dichiararsi atei? Vale la pena rimarcare la cosa perché nel nostro tempo si ha la faccia tosta – senza offesa per nessuno – non solo di dire che quello che è narrato nei Vangeli è tutto frutto di invenzione (posizione che posso capire in chi non credere) ma – e qui sta l’assurdità – di pensare che quello che leggiamo nei Vangeli sia tutto frutto dell’invenzione di quattro imbroglioni e tuttavia dirsi ugualmente cristiani… Va bene, gli “studiosi” ci dicono che allora, a quei tempi, si faceva così, soprattutto nei confronti di un grande personaggio: si inventava un po’ su la storia, magari non proprio completamente ma comunque “aggiustando” o ingigantendo qua e là i fatti. D’accordo, ammettiamo pure che gli evangelisti – o chi per loro, visto che la moderna esegesi ci dice che, dopo secoli di attribuzione sicura, non siamo proprio certi che si ratti dei signori Matteo, Marco, Luca e Giovanni… - ammettiamo dunque che gli evangelisti abbiano fatto tutto in buona fede, cioè senza l’intenzione esplicita e cosciente di “imbrogliare” i loro lettori, sta comunque il fatto che quello che ci raccontano non è vero, e dunque non vale la pena preoccuparsi di credere a quello che essi scrivono. In questo gli atei sono certamente coerenti. Sì, perché la cosa assurda – che fatico davvero a capire – è come si possa affermare una simile cosa e nello stesso tempo dirsi cristiani; cristiani di che cosa? Credenti a cosa? Su quale base, a partire da quale fondamenti? A favole? Sì, forse a favole. In effetti quello che spesso crea problemi alla nostra mentalità di persone del XXI secolo, formate al pensiero razionalista, positivista, scientista, del “credo solo a quello che vedo e tocco”, quello che appunto ci crea problemi sono i miracoli, o il concepimento verginale di Gesù, o la sua Risurrezione… Escludiamo a-priori tutto ciò che è trascendente, tutto ciò che va oltre i limiti della natura umana, e quindi è ovvio che vicende come quelle che sono narrate nei Vangeli – e nel resto della Bibbia – ci paiono invenzioni alla stregua di Biancaneve e Cenerentola… (magari poi, però, ci diamo alla divinazione, all’occultismo…!). E nonostante questo c’intestardiamo a dirci cristiani, credenti, e però per rendere in qualche modo plausibile la nostra “fede” dobbiamo sforbiciare il Vangelo e il resto della Bibbia, e togliere tutto quanto appare assurdo ai nostri occhi “moderni”… Alla fine – ovviamente – a furia di sforbiciare di qua, sforbiciare di là, del Vangelo resta molto poco; parole senza fondamento, due o tre episodi accettabili alla nostra logica… Fumo… Mi scuso per questa puntata polemica; questa domenica il commento ha meno la forma di una meditazione spirituale e più quella di un “contraddittorio”, ma appunto solo apparentemente. Sì, perché nel prendere in mano i Vangeli, nel leggere la vita di Gesù non possiamo affermare che si tratta di invenzioni e poi dirci ancora cristiani, credenti: la questione è capitale, ed è inutile parlare di spiritualità se poi non crediamo alla veridicità dei fondamenti sui quali questa spiritualità poggia. Pertanto o crediamo che quello che leggiamo è vero, che si tratta di fatti realmente accaduti così come sono narrati, che gli evangelisti ci riportano cose vere su un personaggio vero, o è più onesto buttare via Gesù, il suo Vangelo, i santi e le madonne…e passare a qualcos’altro. Certo, il discorso – lo capite bene anche voi – sarebbe molto più lungo, ma ho voluto comunque abbozzarlo perché è semplicemente di fondamentale importanza. Fra non molti giorni celebreremo il Natale; se lo celebriamo da cristiani – perché ormai vi sono vari motivi e vari modi di celebrare quella che è diventata più una “festa d’inverno” che la celebrazione di un evento salvifico – se appunto celebriamo il Natale da cristiani è importante dirci che celebriamo un fatto vero, realmente accaduto nella storia dell’umanità, con tutto ciò che è seguito a quel fatto: un bambino che fin dai primi istanti si rivela essere Dio fatto uomo, che cresce, che diviene grande e predica e compie cose eccezionali, che muore in croce per salvare il mondo, che risuscita e ascende al cielo…. E dobbiamo poter dire questo non per una fanatica cocciutaggine ma perché – pur nella loro straordinarietà – quei fatti hanno una logica, quell’uomo – Gesù – non dice cose a vanvera, perché duemila anni di cristiani che hanno sofferto per Lui, lottato per Lui, che si sono fatti sgozzare e massacrare pur di non rinnegarlo, non possono non porci davanti all’alternativa: o sono tutti pazzi, a partire da Gesù e da quei quattro che ci hanno scritto di Lui, o è tutto assolutamente vero… San Luca – e assieme a lui, anche se non l’hanno esplicitato, gli altri tre evangelisti – si preoccupa di rassicurare Teofilo : “Poiché molti han posto mano a stendere un  racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre  Teòfilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.” (Lc 1, 1- 4); o quello che scrive dopo quelle parole è vero, o se dopo un’affermazione simile si permette di raccontare balle, allora è un imbroglione e non merita che gli crediamo. Se invece pensiamo che  San Luca sia una persona onesta e dica il vero, allora leggiamo, crediamo e mettiamo in pratica: ne va della nostra onestà intellettuale, della verità della nostra Fede. Allora possiamo celebrare il Natale guardando il Bambino adagiato nei nostri presepi e sapendo che davvero è esistito, è venuto in questo mondo e ci veramente salvati….

Padre Stefano


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