VANGELO SECONDO LUCA 1,39-45 - Oratorio San Filippo Prato

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VANGELO SECONDO LUCA 1,39-45

Spiritualità > Riflessioni sui Vangeli > 2018 Archivio Vangeli

DOMENICA III DI AVVENTO – Anno “C”

Dal vangelo secondo Luca - Lc 1,39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:  «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

“Beata quae credidisti!” te beata che hai creduto: è l’esclamazione di Elisabetta nell’incontrare Maria. Le due donne sono ambedue incinte, tutt’e due miracolosamente; Elisabetta perché si è trovata a concepire pur essendo sterile ed anziana; Maria perché ha concepito senza concorso d’uomo, per “opera dello Spirito Santo”. Dio, onnipotente, può permettersi di fare anche queste cose…e non gli costano alcuna fatica! Ciò che può apparire assurdo ed impossibile per noi esseri umani non lo è certamente per Dio: due “miracoloni” per noi poveri uomini; una “bazzecola” per l’onnipotenza di Dio. E’ questione di proporzioni… Ed è proprio sul credere nelle “possibilità di Dio” che si gioca, a detta di Elisabetta, la “beatitudine” di Maria. Sì, perché Maria viene dichiarata beata non perché Madre di Dio, non perché soggetto di uno stupendo e stupefacente miracolo ma perché “ha creduto”. Dunque è l’avere Fede che qualifica la sua beatitudine; il resto – che certamente non è roba da poco! – viene di seguito. C’è un brano evangelico, guarda caso proprio nel Vangelo secondo Luca, dove lo stesso Gesù, ormai adulto, ribadisce, pur se in altro modo, un concetto analogo, proprio a partire da un riferimento a Maria sua Madre: Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!». (Lc 11, 27-28). Da una simile affermazione – peraltro affermata dallo stesso Gesù – si evince dunque che Maria è grande – è insomma quello che è nella gloria del Paradiso, compartecipe della potenza di Dio e Regina dell’universo – non innanzitutto perché “Madre di Dio” ma perché “credente” e…”praticante”; ella cioè ha creduto fermamente e ha tradotto nella concretezza del suo essere e della sua vita il volere di Dio. Ovviamente, sia ben chiaro, con questo non si vuole affatto minimizzare su tutto il resto, solo si vuole mettere in rilievo una precedenza affermata peraltro dallo stesso Gesù: Maria è certamente la creatura più grande e più bella uscita dalla mano del Creatore, scelta per essere su questa terra Madre di Dio fatto uomo; ella è l’Immacolata, l’Assunta, colei che tutte le generazioni diranno beata, la Regina del cielo e della terra, e un sacco di altre splendide cose che solo di Maria si possono dire. Ma se ella è tutto questo è innanzitutto perché è credente; la perfetta credente, la prima dei credenti, non nel senso storico (Abramo e altri l’hanno preceduta) ma nel senso morale; colei che ha creduto e ha messo in pratica. Se le cose stanno davvero così, allora la strada della beatitudine che Maria ha percorso e che l’ha portata ad essere quello che è nella gloria dei cieli, quella stessa strada è accessibile anche noi; basta credere fermamente e mettere in pratica la Parola di Dio! …Più semplice di così! Lo so che qualcuno, leggendo queste parole, sorriderà ironicamente pensando che una cosa del genere è tutt’altro che facile. In realtà il meccanismo di fondo – se ci pensiamo bene – è davvero semplice; si crede e si vive di conseguenza. Quello che rende difficile attuare una simile sequenza è semmai il nostro orgoglio, il nostro egoismo, la nostra pusillanimità; tutte cose totalmente estranee a Maria, che tuttavia non si è meno di noi “guadagnata” la gloria del Paradiso, accettando le terribili prove e divenendo partecipe fin sul Calvario della Redenzione operata dal Figlio. O magari invece del nostro orgoglio e del nostro egoismo è la nostra pigrizia ad ostacolarci in quello che sarebbe il cammino “semplice” verso la salvezza; quella pigrizia che ci porta a non volerci scomodare – soprattutto “mentalmente” – per fare concretamente spazio a Gesù nella nostra vita. Oppure ad ostacolarci sono le nostre paure, oppure ancora un sacco di altre cose che ingombrano il nostro animo e la nostra vita e ci impediscono di credere con animo libero e semplice e di mettere “naturalmente” in pratica quello che Dio i chiede, come invece fece Maria. In effetti penso proprio che questa Fede forte di Maria, questa Fede eccezionale che l’ha posta al di sopra di ogni creatura e che la portata in maniera perfetta a vivere secondo il volere di Dio, trovi fondamento nella sua immensa umiltà, nel suo animo libero da ogni forma di egoismo e di orgoglio, nel suo spirito semplice e puro. Ma se ci sforziamo – noi certo facciamo fatica perché non siamo così puri e così semplici! – se ci sforziamo, dicevo, di percorrere il meglio possibile la stessa strada, quella gloria che ora Maria possiede la possederemo anche noi, perché essa non nasce primariamente dalla elezione divina ad essere Madre di Dio – una elezione certamente unica e irripetibile e quindi esclusiva di Maria e di nessun’altro – ma nasce dalla fede, dalla vita cristiana vissuta concretamente: beata colei che ha creduto! Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica! …E’ tutto qua! Il segreto della salvezza è tutto qua! …Maria lo aveva capito e ora ne gode per sempre le meravigliose conseguenze; noi non possiamo non seguirla per gioire insieme a lei – benedetta tra tutte le donne – dell’eredità che Dio riserva a color che credono in Lui e lo amano…



Padre Stefano


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